Le imprese in cifre: effetto Covid e prospettive di ripresa
L’Italia a confronto dei principali competitor UE
Pubblicato da Alba Di Rosa. .
Case Study 1. Analisi PreliminareIn un articolo di qualche tempo fa abbiamo analizzato il tessuto imprenditoriale nazionale con l’aiuto dei dati Eurostat, per comprendere il peso dei diversi gruppi di imprese per classe di addetti sul fronte dell’export. I dati per il 2019 hanno mostrato con chiarezza come, nel nostro paese, le piccole e medie imprese rivestono un peso particolarmente significativo per le esportazioni, più elevato rispetto ai maggiori partner europei.
I nuovi dati, ora disponibili per il 2020, permettono di approfondire l’impatto della crisi Covid sul quadro delle imprese europee protagoniste dell’export, per indagare le possibili differenze in termini di contrazione nel numero di imprese e variazione dei rapporti di forza tra i gruppi, oltre ovviamente al calo nei numeri delle esportazioni.
I dati Eurostat, a colpo d’occhio:
l’effetto del Covid sull’export UE
La caduta delle esportazioni: i numeri
Guardando innanzitutto alla performance delle esportazioni nel 2020, vediamo come la Francia ha mostrato la contrazione più significativa tra i maggiori esportatori europei, segnando una caduta del 17% rispetto all’anno precedente; troviamo al secondo posto la Spagna (-10%), seguita da Germania e Italia (-9%). Si registrano contrazioni leggermente più modeste per Belgio (-7%) e Olanda (-6%).
Tra le categorie di imprese più penalizzate troviamo le micro e le grandi imprese per la Germania e la Spagna, le piccole e le grandi imprese per l’Italia e la Francia. In Olanda e Belgio frenano, invece, soprattutto le medie imprese.
Tra i pochi cluster in crescita anche nel 2020, troviamo l’export delle imprese belghe fino a 10 dipendenti e delle imprese olandesi fino a 49 dipendenti.
Le imprese, in cifre
Come si nota dalle tabelle precedentemente riportate, anche il numero di imprese esportatrici nei paesi esaminati ha mostrato un generale crollo nell’anno della pandemia. Su questo fronte, è il Belgio a segnare la frenata più significativa nel 2020, con un crollo del 10% nel numero di imprese attive, seguito da Italia (-6%) e Olanda (-5%). Rimane stabile il numero delle imprese esportatrici in Francia, tra 2019 e 2020; contrazioni modeste, invece, per Germania e Spagna (-2%).
Focalizzandoci sulle diverse tipologie di imprese per classi di addetti, notiamo una caduta omogenea per la Germania tra micro, piccole, medie e grandi imprese; abbastanza omogenea anche la caduta sperimentata dalla Francia, ma le grandi imprese spiccano per una maggiore resilienza. In Italia, così come in Olanda e Belgio, la variazione percentuale nel numero di imprese esportatrici è risultata più severa per le imprese con meno di 50 dipendenti; in Spagna, invece, le micro imprese si sono distinte evitando la generale caduta.
Piccole o grandi, chi domina l’export?
Nonostante il colpo della crisi Covid, i rapporti di forza sul fronte dell’export rimangono sostanzialmente stabili rispetto al 2019 tra le imprese dalle diverse dimensioni, salvo modeste fluttuazioni.
- In Germania e Francia rimane stabile il dominio delle grandi imprese, che detengono anche nel 2020 oltre il 75% delle esportazioni nazionali.
- Stabile anche la quota, molto più moderata, attribuibile in Italia alle grandi imprese, che si ferma al 45%, a stretto giro con medie (32%) e piccole imprese (17%). Anche in Olanda, laddove le medie e grandi imprese hanno ricoperto, nel 2020, rispettivamente il 35% dell’export nazionale, i rapporti di forza sono rimasti pressoché costanti; in lieve crescita la quota dell’export delle piccole imprese, che ha toccato il 18%.
- In Spagna, la quota di export attribuibile alle grandi imprese è scesa, nel 2020, di 2 punti percentuali (56%), a beneficio delle imprese con meno di 50 dipendenti.
- Direzione opposta, invece, quella del Belgio, laddove i dati 2020 mostrano la quota di export delle grandi imprese in crescita di quasi 10 punti percentuali nel 2020, a fronte di una riduzione di quella ricoperta dalle medie imprese.
La ripresa italiana, secondo i dati sugli operatori
Come i dati di commercio estero ci hanno mostrato, nel 2021 le esportazioni italiane hanno imboccato un percorso di solida ripresa, superando i livelli pre-crisi. In attesa dei relativi dati Eurostat sui numeri delle imprese esportatrici, abbiamo analizzato le cifre provvisorie dell’Annuario ISTAT-ICE in merito agli operatori all’export nel 2021, per misurare la ripresa delle esportazioni italiane anche in termini di player1.
Sulla base dei dati ISTAT, vediamo come il numero di operatori dell’export per l’Italia ha registrato una netta caduta del 7% nel 2020, e una ripresa quasi completa nel 2021 – dopo un trend di lungo periodo di discesa, cominciato già nel 2014. Il valore provvisorio attualmente disponibile per il 2021 risulta dello 0.7% inferiore rispetto a quello del 2019, nonostante una ripresa dell’export italiano dell’8% sui livelli pre-crisi.
Le cifre sugli operatori confermano quindi la presenza di un effetto rimbalzo post crisi Covid, ma le nuove sfide che stanno segnando l’economia mondiale pongono l’incertezza al centro della scena, pesando soprattutto sulle piccole imprese. Pianificare e fare rete sembra quindi più necessario che mai per rispondere in modo pro-attivo alle sfide globali e non perdere opportunità di crescita, anche sul fronte del commercio estero.
1. Secondo le definizioni ISTAT, un Operatore economico del commercio con l'estero è un soggetto economico identificato sulla base della partita IVA che risulta aver effettuato almeno una transazione commerciale con l'estero nel periodo considerato. Per Impresa esportatrice/importatrice si intende invece un'Impresa dell'industria e dei servizi che, sulla base dell'integrazione tra l'Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) e quello degli operatori economici del commercio estero, risulta aver effettuato transazioni commerciali con l'estero nell'anno di osservazione.