Il marketing: strumenti per internazionalizzare
Pubblicato da Andrea Porciatti. .
Metodologia 0-Digital ExportIl marketing a tutto tondo, e più nello specifico la branca della comunicazione, tocca argomenti concreti e stimola azioni ben precise in grado di provocare effetti tangibili sul mercato. In primis, è indispensabile sfatare il luogo comune che considera il marketing un’attività fumosa e poco concreta ed è interessante scoprire come, al contrario, questo settore affronti argomenti pratici, concreti e tangibili, a partire dalla strategia per finire alle attività di vendita (offline e online).
È curioso notare come la parola “M-A-R-K-E-T-I-N-G” rappresenti un acronimo che contiene tutte le più importanti aree da tenere ben presenti per una migliore gestione della propria attività imprenditoriale. Tutto è importante e tutto deve essere analizzato, pianificato e controllato, in quanto ogni piccola attività legata al marketing va ad impattare in modo più o meno rilevante sull’intero progetto.
Otteniamo così una sequenza programmatica che permette di redigere un piano di marketing corretto: strategia, pianificazione, crono-programmazione, attività di comunicazione e sistemi di gestione, controllo e monitoraggio, revisione e implementazione.
Cosa vuol dire marketing?
M: missione marca
A: assessment
R: ricerca
K: KPI (Key Performance Indicators)
E: effort
T: target
I: idee
N: nicchia di mercato
G: goal
Questi sono gli elementi cardine che ogni azienda deve conoscere, analizzare e valutare, non solo per affrontare il mercato internazionale, ma anche per essere più performante sul mercato nazionale. L’obiettivo è quello di creare una plancia di comando e di controllo di un sistema molto ampio, su cui si vanno a collegare e integrare anche altre importantissime aree: direzione, commerciale (Italia ed estero), produzione, amministrazione, logistica, customer care, assistenza.
Un piano di marketing può sembrare una cosa statica, da fare in una fase iniziale (magari per un ingresso su un nuovo mercato o per il lancio di un nuovo prodotto), mentre, in realtà, è un insieme di attività da gestire, monitorare, aggiornare e valutare costantemente al fine di correggerle e/o implementarle in tempo reale.
Il mercato è in costante evoluzione, come lo sono gli atteggiamenti dei consumatori. Soprattutto in questi ultimi anni, la pandemia ha, nostro malgrado, contribuito a dare un'ulteriore accelerazione e una decisa evoluzione del modo di comunicare e di fare business a cui non eravamo forse pronti. Le fasi di evoluzione e di cambiamento ci sono sempre state ma le abbiamo vissute e gestite in modo più lento e graduale.
Questa brusca accelerazione ha creato non poco scompiglio soprattutto nelle PMI italiane, che si sono viste scombinare le dinamiche acquisite e consolidate nel corso degli anni della propria attività, anche a seguito del necessario e indispensabile utilizzo dei canali digitali, che hanno permesso di arrivare in tutto il mondo nonostante il lockdown.
Può a prima vista sembrare una cosa semplice da realizzare: basta fare un sito web più moderno, utilizzare canali social prima poco sfruttati, iniziare a valutare un business digitale. In realtà, prima di tutto questo, le aziende devono ottenere la giusta consapevolezza (empowerment) affinché queste dinamiche entrino a far parte integrante della propria cultura aziendale.
Per poter essere credibili sul mercato è importante gettare le basi per la realizzazione di una “credibilità coerente”, vale a dire il completo allineamento fra ciò che viene comunicato e ciò che viene realmente fatto: in definitiva bisogna essere i garanti della nostra mission.
Comunicare non vuol dire solo raccontare - i migliori - della nostra azienda e dei nostri prodotti o servizi, ma prima di tutto essere l’esempio di ciò che diciamo, con i fatti, in ogni situazione con i clienti, con i fornitori e con i propri dipendenti. Non è solo un aspetto che riguarda ciò che produciamo, ma molte volte riguarda aspetti più intangibili, come la customer care o aspetti caratterizzanti la gestione dell’intero business. Nessuna eccezione se vogliamo creare un’immagine di marca che sia riconosciuta dal mercato e che sia anche differenziante rispetto alla concorrenza.
Nei vari percorsi e progetti con diversi clienti e in svariati settori merceologici possiamo dire, sopra ogni cosa, che, prima di tutto, ci deve essere una presa di consapevolezza di ciò che realmente è (punti di forza espressi) la nostra azienda e anche di quello che potrebbe essere (latente, non espresso), ma anche di ciò che non siamo (le nostre debolezze) e di ciò che non vorremmo essere (aspetti critici che possono essere migliorati).
Avere un quadro chiaro e preciso della situazione diventa funzionale a quando si vanno a definire le migliori strategie integrate con tutti i reparti, in modo che ci sia una unitarietà di intenti e una comune consapevolezza per far sì che si crei una squadra a “testuggine”, in grado di affrontare qualsiasi evento di business in modo compatto e forte.
Un percorso di marketing è da fare “insieme”: non esiste cliente e fornitore, ma un team composto dal cliente e dal professionista per creare le condizioni ottimali affinché si possano creare quei percorsi che ci portano verso il miglioramento e il successo.
Nel corso di vari progetti da me seguiti, ho visto che, anche se si tratta di settori merceologici in cui abbiamo già esperienza, ci deve essere necessariamente un approccio molto personalizzato alla realtà imprenditoriale. Ci sono sì degli strumenti e delle tecniche per fare una strategia, un piano di marketing o altro, ma non ci dobbiamo fermare ad essi; non esiste, cioè, uno schema predefinito (magari con l’intelligenza artificiale come ultimamente sembra andare molto di moda), ma ci vuole preparazione, sensibilità, creatività e buona volontà per andare a tracciare strade che finora nessuno ha mai percorso.
Dove va a finire altrimenti la nostra unicità ? Se è vero che ogni persona di questo mondo è unica, anche le aziende lo sono altrettanto, dato che sono costruite e gestite dagli uomini e, con essi, la loro personalità, il loro carattere, la loro visione e i loro desideri. È vero, le aziende, sono entità giuridiche ma ogni azienda ha in sé l’anima di chi l’ha creata, non dimentichiamolo.
Può sembrare un approccio umanistico al business, ma, che ci volete fare, fino a quando le aziende non saranno gestite da robot o dall’intelligenza artificiale, credo che questi aspetti siano imprescindibili per qualsiasi tipo di business.
Se desiderate approfondire questi argomenti e volete iniziare a capire come la vostra azienda può approcciare i vari mercati con una strategia market-oriented, disturbateci pure! Saremo ben lieti di ascoltare le vostre idee e insieme iniziare a capire come progettare un possibile futuro per la vostra azienda.
Andrea Porciatti è founder e Brand Strategist di Più Communication, società italo-americana di marketing e comunicazione, che supporta le PMI nel costruire e gestire progetti di posizionamento di brand, definire corrette strategie di comunicazione e promozione e piani di comunicazione offline e online. Partecipa al progetto Catalogo Export Best Practice in qualità di consulente per tutte le attività di marketing e di comunicazione.