Cina o India: quale mercato scegliere?

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Case Study 0-Bando Emilia Romagna 2024

Con una popolazione complessiva di oltre 2,7 miliardi di persone ed economie in crescita, e una posizione rispettivamente al 2° e 5° posto fra i maggiori paesi importatori del mondo, Cina e India rappresentano un’enorme opportunità per le aziende italiane che vogliono espandere in modo strategico il proprio raggio d’azione a livello internazionale.

In particolare, per le MPMI (Micro-Piccole-Medie Imprese) dell’Emilia Romagna che decidono di affrontare questi mercati ci sono ottime probabilità di poterlo fare con un finanziamento a fondo perduto del 60%.

Come?

Grazie al Bando per il sostegno a progetti di internazionalizzazione delle PMI della Regione Emilia Romagna, le cui iscrizioni partiranno il 13 gennaio 2025, e che premia in modo particolare i progetti sui paesi extra UE.

In questo articolo voglio sottolineare quali possono essere le sfide e le opportunità per le nostre MPMI in questi due paesi, e dare alcuni consigli sia basandomi sulla mia personale esperienza che su quella dei miei collaboratori residenti in Cina e in India. Comincerei da loro: Daisy Xu a Shanghai e Kanwardeep Singh Dua a Nuova Delhi, entrambi partner di ChannelMarketing e local strategist dell’Associazione Export Strategist.

In preparazione di questo articolo ho posto loro 3 domande.

1. Cosa apprezzano i cinesi/indiani dell'Italia in generale
e dei prodotti Made in Italy in particolare?

  • Daisy: "I cinesi apprezzano l'Italia in generale per quanto riguarda la moda, il cibo e le bevande, il turismo ecc. Mentre quando si parla in particolare di un prodotto/servizio, penso che ci piaccia molto il design creativo, indipendentemente da un prodotto fisico o da una soluzione."
  • Kanwardeep: "Quando gli indiani pensano all’Italia, la prima associazione è spesso legata alla moda, in particolare all’abbigliamento di lusso. Per il grande pubblico, l’Italia rappresenta anche un’esperienza culinaria unica, evidente nella crescente popolarità di ristoranti italiani di alta gamma e nell’importazione consistente di prodotti alimentari italiani in India. Sul fronte tecnologico, l’Italia gode di una forte reputazione nel settore automobilistico. Marchi iconici come Ferrari e Lamborghini, insieme a una solida gamma di componenti automobilistici, simboleggiano eccellenza e innovazione italiane in India."

2. Quali settori industriali offrono le migliori opportunità
per le aziende italiane?

  • Daisy: "Mi sto concentrando sul tradizionale settore manifatturiero B2B, quindi posso parlare solo da questa prospettiva; è sempre più importante e stimolante essere in grado di offrire una soluzione totale piuttosto che un prodotto. Un'azienda italiana non può pensare semplicemente di offrire un prodotto al mercato cinese: presto si ritroverebbe poco competitiva."
  • Kanwardeep: "Attualmente, il mercato indiano si sta concentrando su soluzioni ecologiche e sull’energia verde, con particolare attenzione ai veicoli elettrici (EV), alla tecnologia delle batterie e ad altre innovazioni che promuovono la sostenibilità. Questi sviluppi sono in linea con l’ambizioso obiettivo dell’India di diventare una nazione sviluppata entro il 2047. Il tema principale è quello di potenziare le aziende indiane affinché producano prodotti di alta qualità in grado di competere a livello globale."

3. Quali sono le principali sfide per un'azienda italiana
che vuole fare affari in Cina o India?

  • Daisy: "La sfida principale è avere una mentalità aperta sia nelle parole che, soprattutto, nelle azioni."
  • Kanwardeep: "Una delle principali sfide per le aziende straniere che operano in India, nonostante le misure adottate per migliorare la facilità di fare impresa, risiede nella complessità del quadro normativo. Le aziende devono affrontare regolamentazioni sia a livello federale che statale, spesso intricate e che richiedono molto tempo."
    "La vasta geografia dell’India aggiunge un ulteriore livello di complessità. Ogni stato ha la propria lingua, cultura e peculiarità demografiche, rendendo essenziale per le aziende adattare le proprie strategie alle preferenze regionali."
    "La scalabilità rappresenta un’altra sfida significativa. Trovare il giusto equilibrio tra convenienza e qualità può essere difficile per le aziende straniere che mirano a espandere con successo le proprie operazioni."

Conclusioni

Per concludere, vorrei darti dei brevi consigli su quelli che sono secondo la mia esperienza 6 aspetti importanti che un’azienda deve considerare se intende fare business in questi paesi:

  1. In Cina investi tempo nella costruzione di relazioni solide, il cosiddetto guanxi. In India cerca di mostrare flessibilità e apertura mentale, adattandoti alle esigenze mutevoli delle persone e del mercato.

  2. Per la Cina, studia in anticipo le normative; per l’India, armati di pazienza per gestire la burocrazia. In entrambi i Paesi, collaborare con partner locali o consulenti esperti ti aiuterà a semplificare le procedure.

  3. In Cina è fondamentale che ti faccia affiancare da traduttori o personale di madrelingua mandarino. In India puoi cavartela con l’inglese, ma attenzione alle sfumature linguistiche locali, e in alcune aree sarà necessario il supporto di un madrelingua locale.

  4. In entrambi i paesi è essenziale registrare marchi e brevetti, e soprattutto mantenere un controllo rigoroso sui propri partner e sulla filiera produttiva.

  5. In Cina puoi puntare su tecnologie all’avanguardia per integrarti in un ecosistema già sviluppato, mentre in India considera partnership con aziende di software per sviluppare soluzioni su misura.

  6. In Cina sfrutta la logistica avanzata come leva strategica per servire rapidamente il mercato. In India focalizzati inizialmente sulle aree urbane e sviluppa una strategia graduale per le zone rurali.

In conclusione, se la tua azienda punta a una crescita strategica nel medio/lungo periodo, quale dei due mercati scegliere ? Sicuramente non puoi andare allo sbaraglio: studia bene entrambi i paesi, valuta quali sono più in linea con la tipologia del tuo business e la situazione della tua azienda e predisponi dei piani a medio/lungo termine.

Ma non dimenticarti che stiamo parlando di quelli che fra pochi anni saranno i due mercati più grandi del mondo; se punti a una presenza globale è probabile che prima o dopo tu debba affrontarli entrambi.

Il Bando della Regione Emilia Romagna che ho citato all’inizio richiede la definizione di uno o al massimo due mercati esteri (preferibilmente extra-UE): perché non approfittarne ?

Se hai bisogno di aiuto per cogliere questa opportunità scrivimi a pierantonio.gallu@channelmarketing.it.


Pierantonio Gallu, consulente e docente di marketing e strategie di internazionalizzazione, è Strategist dell'Associazione Export Strategist.
Dopo una lunga carriera manageriale ha fondato ChannelMarketing, una società di consulenza che supporta l’internazionalizzazione delle PMI utilizzando un metodo di proprietà denominato GOABROAD©.